CASO CLINICO:
PREVENZIONE PRIMARIA DEL PAZIENTE IPERCOLESTEROLEMICO A RISCHIO CARDIOVASCOLARE MODERATO-BASSO
Trattato con Icaro 30cpr per 3 mesi di terapia
Dr. Fabio Costantino
Cardiologo
Azienda USL Toscana Nord-Ovest
Trattamento di prevenzione di un paziente ipercolesterolemico a rischio cardiovascolare moderato-basso.
Paziente donna, 44 anni. Vive con la famiglia (marito e 2 figli), casalinga, autonoma nelle AVQ, sedentaria
Fattori di rischio CV: ipertensione arteriosa, fumatrice (circa 10 sigarette/die) e familiarità per CAD (in terapia con: nebivololo 5mg 1cpr la sera; bromazepam gtt a.b.)
Comorbilità non cardiovascolare: Sindrome ansioso-depressiva
Giunge per visita di controllo annuale in data 17/03/2021:
- In a.b.s. eccetto sporadici episodi di cardiopalmo tachicardico, soprattutto in periodi di maggiore stress psicofisico
- Esami ematochimici dell’08/03/2021 sostanzialmente nei limiti eccetto Colesterolemia totale, HDL, LDL e Trigliceridemia. Rischio cardiovascolare MODERATO.
Terapia: Rispettando le ESC/EAS 2019 (Guidelines for the management of dysplidaemias: lipid modification to reduce cardiovascular risk), è stata prescritta 1 cpr di ICARO al giorno per tre mesi.
CONCLUSIONI:
In conclusione, nei pazienti a rischio cardiovascolare moderato-basso in PREVENZIONE PRIMARIA una valida opzione terapeutica anche in linea con le raccomandazioni internazionali riguardanti il management delle dislipidemie (ESC/EAS) ed in particolar modo dell’ipercolesterolemia è rappresentata dall’utilizzo dei NUTRACEUTICI. In questo caso, Icaro 30cpr si presta bene per la prevenzione di un paziente ipercolesterolemico con rischio cardiovascolare moderato-basso.
Tutto ciò permetterebbe di ridurre il rischio cardiovascolare del nostro paziente che non dimentichiamoci essere cumulativo negli anni.
Sulla base delle attuali conoscenze sulla formazione delle placche aterosclerotiche, è plausibile pensare che raggiungere livelli ottimali di c-LDL in giovane età e mantenerli nel corso dell’età adulta rappresenti la strategia di prevenzione migliore della coronaropatia secondo la quale si ritardano le procedure per la riduzione del colesterolo alle fasi più avanzate della vita, quando ormai l’aterosclerosi è in stadio avanzato.
I dati sono stati estrapolati dalla cartella clinica della paziente.
Dott. Fabio Costantino