Keywords: Alopecia, Alopecia areata, areata, malattia autoimmune, approcci terapeutici, disbiosi intestinale, microbiota intestinale, microbioma.

LA CORRELAZIONE TRA MICROBIOTA INTESTINALE E ALOPECIA AREATA

Multipli approcci terapeutici nel trattamento della patologia

L’alopecia areata è una particolare forma di alopecia acquisita che colpisce una percentuale di circa il 2% della popolazione mondiale almeno una volta nella vita.[1]
Tale patologia non presenta prevalenza particolare in un sesso o nell’altro e può presentarsi a tutte le età, sebbene l’età di prima comparsa sia più comune nella terza e quarta decade di vita. L’alopecia areata è sospetta essere un disordine di natura autoimmune e, tra le patologie autoimmuni, sarebbe la più comune.[1] Tale patologia porta spesso un notevole disagio psicologico nei pazienti, disagio da non sottovalutare in quanto risulta infatti che ansia e depressione siano più comuni nei pazienti con alopecia areata rispetto alla popolazione in generale.[2] [3]

La sintomatologia di questa patologia è caratterizzata da un esordio sintomatico acuto con la comparsa di chiazze alopeciche di forma rotondeggiante, asintomatiche, a livello delle quali il cuoio capelluto appare indenne da qualsiasi reazione infiammatoria. Nei casi gravi l’AA può coinvolgere tutto il cuoio capelluto (alopecia totale) o tutti i peli del corpo (alopecia universale).[4]

Il tipo di sintomatologia più comune, tuttavia, è l’alopecia areata a chiazze del cuoio capelluto, in cui solo alcune aree sono affette dal problema e non producono capelli. La malattia presenta inoltre un infiltrato linfocitario attorno e dentro al follicolo pilifero, di fatto impedendo la crescita dei capelli durante la fase anagen.[5]

Studi sull’eziologia dell’alopecia areata

In passato, prima di arrivare all’attuale consenso secondo cui la patologia sia molto probabilmente di origine autoimmune, sono state formulate svariate ipotesi sull’eziologia dell’alopecia areata, dalla natura psicogena alla natura infettiva, alla causa ormonale, a quella da avvelenamento.[5]

L’eziologia della malattia non è ancora completamente chiara, tuttavia, ciò che è chiaro è che nella malattia sia coinvolta una perdita della situazione di “privilegio immunitario” in cui si trovano normalmente i follicoli piliferi, in conseguenza di ciò, gli auto-antigeni presenti sui melanociti del capello e sulle cellule del bulbo pilifero spesso possono dare origine ad una risposta immunitaria da parte dei linfociti T CD8+, che non li riconoscono come cellule “self”. Negli individui sani questo privilegio immunitario nei confronti del follicolo è mantenuto tramite fattori di inibizione della migrazione dei macrofagi, inibitori delle cellule natural killer ed inibitori di migrazione dei linfociti T. [6]

Lo stress emotivo, a cui spesso il conclamarsi in modo acuto della malattia fa seguito, può essere causa scatenante della perdita di privilegio immunitario del follicolo pilifero, creando una infiammazione psicogena localizzata, a cui farà seguito l’infiltrazione dei linfociti e delle cellule NK nel follicolo ed il conseguente attacco autoimmune.[7]

I sintomi chiave della malattia sono la presenza di chiazze glabre, contenenti yellow dots e black dots, al margine delle quali sono presenti capelli spezzati e capelli “a punto esclamativo”. In alcuni casi tali chiazze possono contenere anche piccoli capelli di vello, questi ultimi indicanti un principio di ricrescita.[5]

In letteratura è noto anche come i pazienti con alopecia areata tendono a presentare problematiche di disbiosi intestinale [8]: tali problematiche potrebbero contribuire ad aggravare la risposta autoimmune, in quanto uno squilibrio del microbiota intestinale comporta anche problemi a livello immunitario, nello specifico, la disbiosi è spesso associata ad una ridotta integrità della barriera intestinale e conseguenza di ciò è la possibilità che i microbi intestinali possano attraversarla entrando all’interno dei tessuti intestinali, o perfino nel circolo ematico, e possano scatenare reazioni autoimmuni presentando antigeni simili a quelli self.[9]

In secondo luogo, una situazione di disbiosi promuove un’eccessiva attivazione dei meccanismi immunitari, sia di tipo innato che adattivo, e riduce la produzione da parte dei microrganismi commensali di sostanze immunomodulatorie, quali gli acidi grassi a catena corta, necessarie a stimolare la specializzazione dei linfociti T in linfociti T regolatori (Treg), i quali svolgono il fondamentale ruolo di eliminare i linfociti T helper attivatisi per il self.[9]

Le cellule Treg sono note per essere fortemente coinvolte nel mantenimento del privilegio immunitario di cui godono gli occhi, ed è ragionevole supporre che esplichino un simile ruolo quindi anche nel mantenimento del privilegio immunitario del follicolo pilifero.[10]

Gli approcci terapeutici per trattare l’alopecia areata

Possiamo quindi concludere che nel paziente con Alopecia areata si possano tentare multipli approcci terapeutici: uno volto a trattare i sintomi, in cui vengono utilizzati corticosteroidi oppure principi attivi ad attività immunosoppressiva a livello topico [5]; un altro approccio terapeutico può essere volto a cercare di ripristinare l’omeostasi del microbiota intestinale, al fine di cercare di ripristinare lo status di privilegio immunitario di cui dovrebbe godere il follicolo pilifero.[10]

In virtù di questo, Wikenfarma propone RestaX Areata, si tratta dell’unico prodotto che agisce sulla disbiosi intestinale del paziente con AA grazie a ceppi batterici opportunamente selezionati. A differenza degli altri prodotti, infatti, per la prima volta si prende in considerazione l’importanza dell’integrità della barriera intestinale in una patologia autoimmune; quindi, il paziente viene trattato con un approccio terapeutico che agisce su una delle possibili cause scatenanti.

La formulazione probiotica in capsule gastroresistenti è volta a migliorare lo stato del microbiota intestinale e, conseguentemente, ripristinare lo stato fisiologico delle cellule Treg e contribuire ad una remissione fisiologica dall’alopecia areata.

RestaX Areata contiene, infatti, una formulazione equilibrata di batteri e lieviti tipici dello stato fisiologico del microbiota intestinale, la sua assunzione quindi aiuta a risolvere situazioni di disbiosi e ripristinare una flora intestinale sana.

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Bibliografia

[1]  Miteva M, Villasante A. Epidemiology and burden of alopecia areata: a systematic review. Clin Cosmet Investig Dermatol. 2015 Jul;397.

[2]   Marahatta S, Agrawal S, Adhikari BR. Psychological Impact of Alopecia Areata. Dermatol Res Pract. 2020 Dec;2020:1–5.

[3]   Mesinkovska N, Craiglow B, Ball SG, Morrow P, Smith SG, Pierce E, et al. The Invisible Impact of a Visible Disease: Psychosocial Impact of Alopecia Areata. Dermatol Ther (Heidelb). 2023 Jul;13(7):1503–15.

[4]   Tosti A, Piraccini BM. Alopecia areata. Tricologia ambulatoriale. Milano: Springer Milan; 2014; pp 29–39.

[5]   Pratt CH, King LE, Messenger AG, Christiano AM, Sundberg JP. Alopecia areata. Nat Rev Dis Primers. 2017 Mar;3(1):17011.

[6]  Ito T, Ito N, Saatoff M, Hashizume H, Fukamizu H, Nickoloff BJ, et al. Maintenance of Hair Follicle Immune Privilege Is Linked to Prevention of NK Cell Attack. Journal of Investigative Dermatology. 2008 May;128(5):1196–206.

[7]    Azzawi S, Penzi LR, Senna MM. Immune Privilege Collapse and Alopecia Development: Is Stress a Factor. Skin Appendage Disord. 2018;4(4):236–44.

[8]   Sánchez-Pellicer P, Navarro-Moratalla L, Núñez-Delegido E, Agüera-Santos J, Navarro-López V. How Our Microbiome Influences the Pathogenesis of Alopecia Areata. Genes (Basel). 2022 Oct;13(10):1860.

[9]   Zhang X, Chen B, Zhao L, Li H. The Gut Microbiota: Emerging Evidence in Autoimmune Diseases. Trends Mol Med. 2020 Sep;26(9):862–73.

[10] Gilhar A, Laufer-Britva R, Keren A, Paus R. Frontiers in alopecia areata pathobiology research. Journal of Allergy and Clinical Immunology. 2019 Dec;144(6):1478–89.

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