Keywords: Shampoo antiforfora, seborrea, forfora, cuoio capelluto, climbazolo, zinco lattato, acido salicilico
Studio scientifico del Dr. Comacchi sulla rivista “Journal of Plastic and Pathology Dermatology”
La ricerca Wikenfarma nasce e si evolve in continuazione grazie ai trial clinici ed agli studi condotti da medici ed università. Il nostro obiettivo è garantire lo sviluppo di prodotti specifici e mirati nell’ambito della tricologia e dermatologia che possano adattarsi alle esigenze dei pazienti ed alle loro caratteristiche.
Con grande onore presentiamo uno studio clinico presentato dal Dott. Claudio Comacchi sulla rivista scientifica JPD (“Journal of Plastic and Pathology Dermatology”) che analizza l’efficacia di uno shampoo antiforfora in quindici pazienti maschi affetti da seborrea del cuoio capelluto.
A seguito un estratto dell’articolo:
Studio clinico sulla efficacia di uno shampoo antiforfora contenente climbazolo, zinco lattato e acido salicilico per la seborrea del cuoio capelluto in 15 pazienti maschi
Introduzione
Si intende con il termine seborrea l’eccessiva produzione di sebo. La seborrea o cute oleosa è un fenomeno comune che viene raramente diagnosticato, forse per il fatto che viene considerato una condizione normale o comunque parafisiologica. La cute del paziente seborroico, nelle aree ricche di ghiandole sebacee, è lucida; le pieghe nasogeniene, la fronte o la zona retro- auricolare risultano al tatto grasse ed oleose ed i pazienti, specialmente se donne, si lamentano di questo aspetto. Anche i capelli sono grassi, difficili da pettinare e sul cuoio capelluto eritematoso possono svilupparsi delle squame.
Se la seborrea si associa a forfora, con formazione di squame giallastre ed untuose, si parla di pitiriasi steatoide. Soprattutto durante il periodo estivo e nei climi caldi la seborrea può essere causa di grave disagio. Spesso, inoltre, è accompagnata dall’aumento della sudorazione (iperidrosi) tanto da risultare difficile stabilire se il principale responsabile delle sgradevoli condizioni cutanee sia il sebo o il sudore. Nei mesi invernali o nei climi asciutti il problema appare meno rilevante. La seborrea è un fattore predisponente verso altre dermatosi, come l’acne volgare, le follicoliti, la dermatite seborroica e la rosacea.
Inoltre, la produzione eccessiva di sebo talvolta porta allo sviluppo di un odore corporeo rancido e sgradevole (bromoidrosi). Negli anziani la seborrea tende a diminuire ma comunque il problema può permanere per tutta la vita. Anche i fattori emozionali hanno la loro importanza. In molti casi la seborrea è solo un fatto soggettivo ed il paziente che, per una sua personale valutazione estetica, riferisce di avere la seborrea in assenza di reale riscontro clinico del cuoio capelluto. I soggetti con calvizie lamentano spesso untuosità del cuoio capelluto. Sia la seborrea che il defluvium androgenetico sono legate alla attività androgena (diidrotestosterone ed androstandiolo) ma non c’è un apporto di connessione diretto fra le due condizioni. Esistono soggetti con forte seborrea ma mai calvi, perché la calvizie androgenetica è ereditaria.
La predisposizione genetica è il fattore più importante anche nella determinazione del grado di seborrea. Seborrea e defluvium androgenetico sono pertanto spesso contemporanei ma non sono l’uno la conseguenza dell’altro. Gli ormoni androgeni stimolano la produzione di sebo mentre gli estrogeni la riducono.
PER SCARICARE L’ARTICOLO COMPLETO, CLICCA QUI!